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  • Immagine del redattoreKatia Cazzolaro

L'amor che move il mondo e l'altre stelle


Va bene, ci provo. Avevo detto che avrei provato a trattare il tema delle questioni sentimentali e ora devo farlo davvero. Intanto, prima, dovrei capire cosa sono le questioni sentimentali ma so per certo che questa vita non basterebbe, ce ne vorrebbero (almeno) altre tre.


Come sempre, mi piacerebbe declinare il tema del rapporto tra educazione e auto-educazione. Ma stavolta l'argomento è tosto. Tosto perché complesso, tosto perché l' educazione se ne occupa poco e solo marginalmente. Il focus, possiamo dire tuttavia, resta quello dell'educazione autoriflessiva: tu stai lì a scervellarti su come educare qualcuno e invece, ogni volta, devi sbattere la testa e capire che hai qualcosa da imparare pure tu.


Partiamo dal bisogno di infinito.

Tu ti innamori e hai bisogno di un per sempre. (Ehm, facciamo che non parliamo dell' "amore" narcisistico che il per sempre proprio non se lo fila di striscio, se no non ne veniamo fuori piu).


Non è l'unico modo di innamorarsi ma è quello che ci hanno insegnato, quello che ci ha rifilato la mitologia sull'amore romantico. E si, perché se spostassimo il baricentro dal gesto fatale dell'amore che ci incanta per sempre a quello della sua natura evolutiva- detto in parole semplici se pensassimo alla relazione come fucina di reciproche autonomie anziché come reciproco "possesso", probabilmente faremmo meno fatica a sintonizzarci col cambiamento che esiste nelle relazioni e anche con la loro eventuale fine (Ok, ci sono molte altre complessità, ho molto semplificato).


Perché abbiamo bisogno di un per sempre? Non andrò a scomodare Lacan - ho scomodato Dante ed è già troppo per la modestia delle mie riflessioni ma voi scomodate pure chi vi pare- e neanche il sacramento del matrimonio che prevede l'indissolubilità del legame. Lo assumiamo come sacramento, appunto.


Ma è di un per sempre che abbiamo bisogno? O abbiamo bisogno di infinito? E di un infinito come di un senza fine o come sconfinamento da noi stessə? E che rapporto c'è, nelle relazioni sentimentali, tra libertà e possesso?

I femminicidi sono il risvolto macabro del bisogno maschile di possedere una donna. Il potere per una donna spesso si traduce nell'essere materna con un uomo.

C'è l'amore omosessuale, il poliamore, insomma come si fa a semplificare? C'è molto su cui ragionare ma mediamenete accade che insegniamo agli altri a cercare quello di cui abbiamo bisogno noi. E non è poco.


Poi, c'è un altro fatto che nella liquidità del tema mi sembra incontrovertibile: per sempre o per un po', per amare tocca crescere insieme. E molto anche da solə, soprattutto da solɜ. Maledettamente da solə, meravigliosamente da solə. Con buona pace dell'altro mito, quello della fusionalita', che per l'amor del cielo, fa un sacco battere il cuore, e scrivere fiumi di tormenti, e va bene così. Ma un mito va pur sempre interrogato.


Mi pare alla fine, che ogni incontro amoroso parta da uno strappo da sé, da uno sconfinamento doloroso ( lasciare l'ego) che deve essere senza fuga, se no non è amore.

Questa breve poesia di Franco Arminio ci riporta allo scuotimento primordiale del corpo. (Ci sarebbe da dire qualcosa sulla metafora dell'aratro e sulla passività del corpo arato ma soprassediamo).


Ci riporta dritti dritti a quel tratto dell'amore che è la passione. Ma l'amore passionale non è l'unico tipo di amore, ci sono amori senza passione, dobbiamo prenderne atto.


Sto già sudando e ho appena iniziato. Ma magari insieme ce la possiamo fare.

Cosa è per te l'amore ( sentimentale) in questo momento?

Quale è la frase, l'immagine, il brano musicale, la poesia che più lo rappresenta? Scrivilo nei commenti, sui canali social dove puoi trovare questo post, oppure tienilo nell'anima o parlane con chi ti va...

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